Le fibre consumate nell'industria tessile: i dati più aggiornati (2000)

 

L'evoluzione dei consumi tessili sta accentuando le tendenze in atto ormai da alcuni anni.

In sintesi si può notare come:

  • le fibre naturali hanno perso, negli ultimi 10 anni del secolo scorso, venti punti percentuali, passando da una incidenza del 50% ad una del 40%.
  • il contributo più importante è dovuto a poliolefiniche e poliestere, mentre le fibre cellulosiche hanno continuato il loro declino.

I consumi procapite sono cresciuti sensibilmente, dopo la flessione dei primi anni '90; oggi il consumo medio procapite è di circa 9 kg di fibre.

La peoduzione delle fibre chimiche si sta spostando verso i paesi asiatici; a titolo d'esempio si può notare che negli ultimi 6 anni la produzione USA è scesa dal 18% al 13% e che, nello stesso periodo, quella della Cina è passata da 13% al 21%.

Per le fibre chimiche sono di norma proposte sia i fili continui che le fibre in fiocco; per le più diffuse, poliestere e poliammide, la situazione è del tutto diversa: oltre il 40% delle fibre PES è trasformata in fiocco, contro il 12% del nylon.

Considerando poi che le fibre naturali sono solo in fiocco, si può stimare la quota complessiva delle fibre in fiocco sul totale: quasi il 60% delle fibre è in questo stato e deve quindi essere trasformato attraverso i processi di filatura e/o di realizzazione dei nontessuti.

Questo articolo è pubblicato sulla rivista NF Nuove Fibre, consulta il sommario.