Struttura dell’industria dell’abbigliamento

L’industria dell’abbigliamento nei paesi industrializzati si distingue tradizionalmente per la preponderanza di aziende di piccola e media dimensione che è legata alle origini artigianali del settore. Questa ha consentito di migliorare la flessibilità di adattamento ad un mercato le cui principali caratteristiche sono le variazioni della moda e la produzione in piccoli lotti.

Dal punto di vista macroeconomico si nota che i valori dell'import sono, per l'Italia, ancora relativamente piccoli, anche se la crescita è stata sensibile a partire dalla metà degli anni '80 e se le indicazioni più recenti sembrano confermare questo trend.

Per quanto riguarda le provenienze delle importazioni verso l'Italia, sono ugualmente presenti paesi ad alta industrializzazione e paesi in via di sviluppo; probabilmente siamo di fronte a due fascie di prodotti ben distinte: da un lato i prodotti di alta qualità (Francia, Germania, Gran Bretagna...), dall'altro i prodotti di prima fascia (Cina, India...).

Recentemente, molte aziende di confezione hanno ampliato la propria rete produttiva all’estero in modo da poter beneficiare di costi di manodopera decisamente inferiori. Questo può costituire un handicap per l’introduzione su vasta scala delle principali innovazioni tecnologiche (soglia di ingresso all’innovazione) per i notevoli mezzi finanziari necessari, per alcuni atteggiamenti più conservatori, determinati anche da strutture organizzative limitate ed in generale dalla limitata disponibilità di risorse. In futuro gli sviluppi tecnologici potranno però andare anche verso le aziende piccole e medie (trasferimento tecnologico, diffusione dell’innovazione).

Nell’attuale situazione le grandi aziende si trovano in posizione di vantaggio e pertanto all’avanguardia del progresso tecnologico. La produttività della manodopera, nonostante il lento tasso d’introduzione di nuove tecnologie, è aumentata sensibilmente nel recente passato, seppure con differenze tra i vari paesi ed i vari periodi.

Probabilmente la redditività nell’industria dell’abbigliamento dipenderà meno dall’impiego dei capitali, rispetto ad altri parametri che esercitano forte influenza sui ricavi, come la flessibilità di reazione del mercato, l’organizzazione razionale della produzione, la disponibilità di fonti estere di approvvigionamento ed il livello di concorrenza in termini di prezzi sui mercati di vendita.

I margini di profitto variano ampiamente tra le singole imprese, riflettendone in particolare la capacità di rispondere in modo flessibile al variare delle condizioni dei mercati di fabbricazione e di vendita.

Risultati migliori della media sono stati registrati anche dalle aziende produttrici di una linea di capi d’abbigliamento con un’immagine affermata e ben nota presso i consumatori ed il dettaglio.

Il dato relativo all'occupazione, che è decisamente caduta costituisce una prova della cresciuta automazione e del ricorso a lavorazioni al di fuori del paese.

Si possono quindi evidenziare alcuni elementi di forza e di debolezza del sistema nazionale delle imprese di abbigliamento italiane nel confronto internazionale:
ci sarà sempre meno spazio ai produttori che innovano il prodotto, ma che non possono assicurare qualità di livello costante e prezzi concorrenziali;
sono privilegiate le imprese dotate di strutture adeguate;
crescita della posizione concorrenziale dei grandi gruppi;
nella fascia alta le strutture industriali hanno eroso terreno agli stilisti, grazie a qualità intrinseca e rapporto valido qualità/prezzo;
nella fascia bassa, le grandi marche (soprattutto estere) hanno eroso il mercato delle aziende italiane grazie ad una politica basata sui prezzi, ma anche su di una qualità intrinseca accettabile;
crescita di redditività per le grandi imprese;
aumento della capacità di programmazione da parte delle imprese più grandi;
accresciuta capacità di avere informazioni sul mercato finale;
cambiamento dei canali di vendita e di distribuzione;
introduzione dell’e-commerce;
crescita delle soglie di ingresso, per la difficoltà oggettiva di fornire la qualità costante con tempi di consegna abbreviati e comunque definiti;
crescita degli investimenti in pubblicità/promozione, con problemi maggiori per le aziende medio-piccole;
forti barriere all’ingresso per gli investimenti in tecnologie: oggi la flessibilità della grande azienda è paragonabile a quelle dell’azienda piccola-media;
le aziende anche grandi sono diventate flessibili grazie a:
• decentramento di interi prodotti e/o fasi,
• differenziazione del prodotto alla fine della catena per avere lotti di dimensioni industriali,
• investimenti in informatica e robotica (investimenti in flessibilità...),
• costruzione di gruppi industriali che hanno flessibilità organizzativa e molteplicità di obiettivi, con un coordinamento finanziario sufficiente,
• tendenza al passaggio dalla impresa al sistema di imprese,
• destrutturazione delle imprese che si riaggregano su obiettivi specifici.

Tutti questi elementi giocano un ruolo molto importante e strategico: evidentemente il risultato per una impresa è costituito da una miscela tra i vari elementi, dove la specificità del prodotto, del mercato prevalente, del sistema organizzativo e produttivo costituiscono una realtà di fatto unica ed irripetibile. Si pensi, in particolare al ruolo decisivo che gioca il fattore umano: la possibilità di disporre di risorse umane capaci di seguire i cambiamenti e di guidarli è il primo elemento di forza di qualsiasi struttura.

Tipologia della produzione

Nel mondo della confezione rientrano un numero grandissimo di prodotti se si pensa poi che la grande diversificazione di prodotti deve essere combinata con il mix dei tessuti impiegati (struttura e qualità...) si arriva a tracciare una matrice a molte dimensioni, di notevole complessità.

L’industria dell’abbigliamento è costituita da comparti notevolmente diversi l’uno dall’altro; le principali linee di produzione sono:

Linea uomo
Capospalla uomo: vestito, giacca, soprabito, paletot
Informale uomo: pantaloni, giubbotti, blusotti, sportwear
Biancheria uomo: esterna (camicie), intima (slip, pigiami, vestaglie)

Linea donna
Capospalla donna: tailleur, soprabito, paletot
Abito donna: coordinati, gonne-camicetta, abiti
Biancheria donna: camicette, sottovesti, camicie da notte, vestaglie
Corsetteria: busti, reggiseni, slip, guaine, costumi da bagno

Linea unisex
Confezioni sportive, jeans e prodotti collegati, cravatte e foulards, divise da lavoro

Linea bambino/a

Linea ragazzo/a

Queste linee si possono poi dettagliare ulteriormente:
Vestiario esterno maschile
Vestiario esterno femminile
Vestiario esterno infantile
Vestiario casual
Vestiario per lo sport
Impermeabili
Vestiario da lavoro e grembiuli
Divise ed uniformi
Confezioni in pelle
Accessori
Prémaman
Conformati
Prodotti vari
Corsetteria e costumi da bagno
Biancheria e camiceria maschile
Biancheria Femminile
Biancheria per la casa

Fino ad individuare i singoli prodotti:
Abiti uomo
Giacche uomo
Pantaloni uomo
Cappotti e soprabiti uomo
Tailleurs donna
Abiti donna
Camicette donna
Gonne donna
Pantaloni donna
Coordinati donna
Cappotti e soprabiti donna
Abiti sposa
Abiti infantili
Giacche infantili
Pantaloni infantili
Gonne infantili
Cappotti e soprabiti infantili
Abiti battesimo e prima comunione
Indumenti neonato
Jeans
Eskimo
Giubbotti
Vestiario sci
Vestiario tennis
Vestiario sportivo in genere
Soprabiti impermeabili
Impermeabili in gomma o plastica
Cravatte
Foulard
Sciarpe
Fazzoletti
Reggiseni
Mutande elastiche
Reggicalze
Guaine e busti
Cinture e fasce elastiche
Costumi bagno uomo
Costumi bagno donna
Costumi bagno bambino
Copricostume
Camicie uomo
Pigiami uomo
Mutande uomo
Vestaglie e giacche camera uomo
Accappatoi uomo
Mutandine donna
Sottovesti donna
Camicie notte donna
Pigiama donna
Vestaglie donna
Accappatoi donna
Biancheria letto
Coperte
Biancheria cucina e tavola
Biancheria bagno
Tende e tendine


Questo articolo è pubblicato sulla rivista NT Nuovi Tessili , consulta il sommario.