JEC, INDEX, AVANTEX: alcune ipotesi per un tessile nuovo

Si sono tenute nella primavera di quest'anno tre manifestazioni collegate più o meno direttamente al tessile ed a quello funzionale e tecnico in particolare: JEC Parigi - aprile, INDEX Ginevra - aprile, AVANTEX Francoforte - maggio.
Manifestazioni che, pur nella loro specificità, hanno dei tratti comuni.

Infatti, si pongono tutte nella prospettiva di fornire delle risposte alla domanda di diversificazione che l'industria tessile ricerca da molto tempo, da quando il tessile tradizionale si sta spostando, con sempre maggiore velocità, verso aree differenti da quelle dell'Europa occidentale ed in generale dai paesi a più alto reddito.
Gli obiettivi sono quelli di trovare nuovi prodotti per applicazioni tradizionali, ma anche di trovare nuove applicazioni per prodotti sia tradizionali che nuovi.

Funzionale è oggi un termine di moda, il tentativo di collegare il mondo dei tessili destinati ad applicazioni tecniche ed il mondo dell'abbigliamento, per sfruttare, in questo secondo ambito, le potenzialità ed i risultati già raggiunti grazie alle fibre ed ai processi che caratterizzano il primo.
Il prodotto destinato all'abbigliamento assolve ad alcune funzioni di base, copre e protegge, identifica e rappresenta, attraverso foggia, colore, ecc. ed è accettato dal mercato quando aspetto e comfort sono in sintonia con le attese, espresse ed inespresse, dei consumatori. Il tutto in un sistema di costi-prezzi adeguato ed accettabile.
Così i margini di manovra della singola impresa si restringono, colori e strutture convergono ed i consumi significativi, in termini di volumi prodotti, assumono connotati omogenei; il costo di realizzazione gioca un peso fondamentale ed è difficile, se non impossibile, combattere contro di esso.
Gli incrementi d'efficienza, la riduzione di diseconomie e di sprechi sono indispensabili, ma non sempre possono essere decisivi.
Si salvano da questa logica i prodotti di fascia più alta, destinati ad un mercato di nicchia, per le aspettative e per il reddito destinabile all'abbigliamento ed i prodotti a più alto contenuto tecnologico, in un certo senso difficili da realizzare, che restano di fatto appannaggio dei paesi più avanzati.

La strategia adottata da una parte dell'industria tessile, soprattutto dei paesi più ricchi, Europa ed USA in particolare, è quella di aggiungere al prodotto tessile delle funzioni differenti da quelle normalmente connaturate con il prodotto stesso, di realizzare così un tessile funzionale.
AVANTEX, attraverso uno spazio espositivo e soprattutto attraverso i seminari, con numerose relazioni ed interventi, si dedica proprio a questo tema.
Non siamo in grado di valutare il successo o meno dell'evento, sulla base dei normali parametri (espositori, visitatori, ecc.), ma crediamo che, all'interno d'AVANTEX, ci siano stati numerosi spunti d'interesse.

In termini molto generali le funzioni nuove che si vogliono aggiungere ed inglobare nel tessuto, nelle sue varie forme, sono mutuate dall'elettronica e qui nasce un primo problema: non sempre il matrimonio tessile-elettronica è possibile ed anche quando lo è non è detto che sia un matrimonio proficuo.
Il mondo dell'industria elettronica (e della ricerca collegata) dell'informatica, della telefonia, della sensoristica e della trasmissione dati trova nel substrato tessile un possibile campo d'applicazione.

I risultati concreti che sono stati illustrati riguardano la possibilità di monitorare funzioni vitali dell'uomo, in situazioni particolari di lavoro o di malattia ed handicap.
Al di fuori di quest'ambito specialistico che avrà un sicuro mercato, i contorni si fanno più incerti e sembra soprattutto di essere di fronte ad un'esercitazione, che illustra bene le attuali potenzialità, ma non ne indica gli ambiti operativi concreti.
Si veda il caso degli abiti comunicanti proposti dalla struttura R&D di France telecom.

Una prima considerazione: se si vuole che il tessile funzionale riguardi una fetta significativa del tessile di tutti i giorni e per gli impieghi che normalmente ne viene fatto, occorre che le funzioni che si vogliono aggiungere al tessile siano importanti e che, soprattutto, trovino nel substrato tessile una strada non solo percorribile, ma anche preferenziale.
Ovvero, se si vuole monitorare il battito cardiaco probabilmente un sensore puntuale, collocato nell'orologio o in un accessorio o addirittura in un oggetto micro da unirsi direttamente alla pelle è più semplice, funzionale e logico che non inglobarlo in un indumento. Tra l'altro tutti gli indumenti dovrebbero averlo, con problemi sia economici che tecnologici (es. la manutenzione).

Così gli strani uomini proposti con abiti tecnologici, vestiti cioè con computer, scanner, orologio, vari biosensori, transponder, video e telecamere, microfoni, con misuratori di velocità ecc. non si comprende perché dovrebbero utilizzare queste funzioni, anche se le si dovessero ritenere utili o necessarie per una grande parte della popolazione, distribuiti negli abiti e non concentrate in un unico micro gadget, magari inserito nella cintura od in una cuffia (TIMESW=telecomunicazioni, informazioni, multimedia, intrattenimento, sicurezza e benessere).

Diverso il discorso estetico: la proposta France telecom è quella d'abiti con fibre ottiche che si illuminano, che cambiano l'aspetto degli abiti, con funzioni quindi quasi esclusivamente estetiche. Qui la moda, la ricerca del diverso, può fare premio; l'abito diventa uno schermo dove si possono proiettare disegni, colori, ecc. Si può arrivare fino ad una sorta d'uomo sandwich che può portare slogan pubblicitari o altro.
Anche in questo caso riteniamo di essere di fronte ad una nicchia destinata più a testare una possibilità tecnologica che non a rappresentare un mercato effettivo.

Si devono quindi ricercare funzioni fondamentali del tessile che siano fondamentali per il tessile stesso o che comunque si integrino al meglio.
Il tessile per l'abbigliamento in prima istanza copre e protegge: la superficie corporea (ordine di grandezza il metro quadro) è coperta in buona parte da uno o più strati di tessile. Deve proteggere al meglio dall'ambiente esterno nelle normali situazioni di vita (escludendo quindi le situazioni estreme, di pericolo e di lavoro in condizioni a rischio):&Mac183; la temperatura e lo scambio termico,

  • l'umidità e la pioggia,
  • il vento,
  • lo smog,
  • le radiazioni (UV, elettromagnetiche…).

Questa protezione deve avvenire nel miglior modo possibile, con un buon comfort; la protezione quindi non deve essere a scapito della leggerezza, della flessibilità, del buon tatto-contatto con la pelle.
Altro imperativo: non devono esserci danni per la salute (allergie, intolleranze…) e il processo per realizzare i prodotti, così come il loro impiego, non deve essere nocivo o in contrasto con l'ambiente.
Altra indicazione fondamentale: il prodotto deve avere una vita sufficientemente lunga mantenendo le proprie caratteristiche, quindi si deve poterlo sottoporre a numerosi cicli di manutenzione.

Altra funzione fondamentale del tessile è quella estetica; l'abito distingue, classifica, rappresenta: la funzione estetica è quella più sviluppata dall'industria tessile, da sempre, foggia degli abiti, colori, disegni sono le variabili che con ritmi sempre più rapidi vengono proposti al mercato.
Le innovazioni del tessile intelligente in parte possono dare spunti anche in questo ambito.

Vediamo quindi delle funzioni nuove, ovvero non attese normalmente dal tessile tradizionale: ad esempio l'area dell'odore-profumo. Il corpo viene tradizionalmente profumato-deodorato ricorrendo a prodotti che vengono messi direttamente sulla pelle. Il fatto che la pelle sia coperta per una larga parte dal tessile rende plausibile un intervento diretto sul tessile nell'ambito odori-profumi. Infatti l'interfaccia pelle-tessile l'ambiente che si viene a determinare (es. saponi e detersivi per la pulizia del capo, evoluzione di colonie batteriche che si nutrono del tessile stesso, ecc.) è quella responsabile del risultato finale globale odore-profumo.

Quindi sembra naturale e giusto aprire una linea funzionale in questa direzione.

Altra funzione collegabile al tessile: il tono muscolare, il dimagrimento, il massaggio, la modellazione del corpo. Sempre basandosi sul fatto che il tessile è a diretto contatto con una grande parte della superficie corporea e per tempi lunghi, si può ritenere che possa essere un attore positivo per influenzare la pelle, i muscoli, i nervi sottostanti.

In questo caso si deve affrontare e risolvere il problema di come il tessile possa essere non solo sensore e ricettore di segnali, ma anche attuatore, capace cioè di trasferire energia, in questo caso al corpo umano.

Altra funzione desiderata dal tessile, la facilità della manutenzione deve essere estesa a tutto il tessile e renderlo così più facile da impiegare in accordo con i nuovi stili di vita (persone che vivono da sole, tempi limitati per il lavoro domestico, ecc.).

Altra funzione, la confezionabilità: il tessile tessuto, filato, maglia, è generalmente un semilavorato che deve essere poi trasformato nell'indumento.
Un tessuto che potesse essere facilmente tagliato, assemblato, unito (cucito?) per realizzare in modo semplice indumenti validi sarebbe scelto più facilmente di altri, salvaguardati che fossero i requisiti estetico-tattili.

Altre funzioni caratteristiche: la riciclabilità. Probabilmente si dovranno privilegiare fibre che derivano da fonti rinnovabili e non, ad esempio, dal petrolio. Fibre e manufatti che a fine vita possano essere riciclati o smaltiti senza problemi. Che siano realizzati con processi leggeri sotto il profilo dell'impatto ambientale.


Questo articolo è pubblicato sulla rivista NT Nuovi Tessili , consulta il sommario.